In
questi giorni mi sono fatta spesso questa domanda: "qual'è il
senso della vita?". Sono stata interrogata proprio da un evento
spiacevole e doloroso avvenuto venerdì scorso. Un ragazzo, di soli
39 anni, i cui genitori abitano vicino a noi, si è tolto la vita. La
voce ha iniziato a correre veloce nel quartiere e nel paese intero.
Era un ragazzo più o meno conosciuto da tutti, e tutti non si
capacitano del perchè di tale gesto. Ecco perchè ho pensato tanto
al senso della vita: perchè la vita ha un senso, non può e non deve
venire annullata in un modo così drastico, senza cercare di trovarne
appunto un senso che le dia valore. Nella giornata di oggi, prima
partecipando alla Santa Messa e poi andando a fare visita al defunto,
ho avuto degli stimoli che mi hanno portato a fare un paio di
riflessioni, che ho deciso di condividere.
La
prima è di carattere educativo. Senza voler dare nessun tipo di
giudizio, mi viene da pensare che oggi i ragazzi, sin da bambini,
vengono cresciuti cercando di evitare loro qualsiasi esperienza di
fatica o di sofferenza. Già da piccoli i genitori, spesso, si
sostituiscono ai bambini in tantissime situazioni oppure cercano di
proteggerli, quasi tenendoli sotto una campana di vetro, per evitare
loro cadute, ferite, delusioni, sconfitte. I bambini del giorno
d'oggi non sono più abituati nemmeno a giocare all'aperto, tra di
loro, con tutte le situazioni di baruffa che si possono eventualmente
creare, che il giorno dopo non sono più nemmeno nella loro memoria,
ma che intanto li hanno rafforzati. Il relazionarsi sempre più
spesso con videogiochi e televisione o comunque con situazioni virtuali
o non reali, non consente più loro di fare esperienze concrete,
tangibili. E da adulti, alla prima difficoltà, non riescono ad
affrontarla, neppure se sono attorniati da affetti e amicizie.
Ovviamente, non è per tutti così, ma il rischio che si potrebbe
correre educando le nuove generazioni nella bambagia, può portare
proprio a questa enorme fatica nell'affrontare la vita.
Ho sentito una sua zia che diceva: "Non gli mancava niente, i suoi genitori gli hanno sempre dato tutto". Ecco, è proprio questa frase che mi ha un pò spaventata. Molto spesso i giovani d'oggi hanno tutto, ma senza che questo sia stato guadagnato da loro stessi. In questo modo non riescono a sperimentare che la vita è fatta anche di sacrifici, che a volte non si può avere tutto oppure che la vita può essere serena e felice anche se non si basa tutto sull'avere.
Ho sentito una sua zia che diceva: "Non gli mancava niente, i suoi genitori gli hanno sempre dato tutto". Ecco, è proprio questa frase che mi ha un pò spaventata. Molto spesso i giovani d'oggi hanno tutto, ma senza che questo sia stato guadagnato da loro stessi. In questo modo non riescono a sperimentare che la vita è fatta anche di sacrifici, che a volte non si può avere tutto oppure che la vita può essere serena e felice anche se non si basa tutto sull'avere.
La
seconda riflessione, invece, è di carattere religioso. Proprio il
Vangelo di oggi indicava Gesù come la via, la verità e la vita.
Sono tre elementi fondanti della vita umana e tutti e tre si
intrecciano tra di loro in modo inequivocabile. Tutti noi abbiamo
bisogno di una via da seguire, una via che ci indica la strada, come
un sentiero di montagna già segnato che ci permette di non perderci.
E abbiamo bisogno anche di verità. Le menzogne non ci servono
proprio a niente e non ci portano da nessuna parte; ma solo una Parola vera che ci forma, e appunto ci
indica la strada, può portarci ad una vita vera. Qualunque sia la
situazione, la difficoltà, la preoccupazione che stiamo vivendo.
In
queste situzioni, soffro veramente tanto pensando al dolore dei
genitori e dei familiari. Quanti giovani, attraverso questi gesti
estremi, pensano forse di terminare ogni loro sofferenza. Ma
purtroppo non pensano a quanta ne lasciano in chi gli ha voluto bene
o ha condiviso con loro un pezzo di strada.
Ogni
volta però mi aggrappo alla speranza cristiana che Dio, proprio
perchè è un Padre misericordioso e consolatore, non permette croci
più grandi di quanto siamo in grado di sopportarne il peso. Anche
questo può servire a dare un senso alle vite, distrutte e
sanguinanti, soprattutto dei genitori.
Ciao
Omar ...
Vedo che il tuo tormento è continuato anche quando hai chiuso la porta.Parole pesanti e riflessioni che colpiscono , soprattutto a noi che i bambini sono ancora piccoli e li plasmaino noi
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